FAQ

Qui troverai le risposte alle domande che mi vengono poste più spesso dai pazienti, utili per capire meglio come si svolge una visita osteopatica.

  • La prima visita ha una durata indicativa di 75-90 minuti. Questo tempo è necessario per raccogliere la tua storia clinica, effettuare una valutazione completa e iniziare il percorso di trattamento.

    Le sedute successive avranno, invece, una durata compresa tra 45 e 60 minuti.

  • La prima visita osteopatica si articola in quattro fasi principali, pensate per offrirti un percorso di valutazione e trattamento completo e personalizzato.

    1. Anamnesi
    La seduta inizia con un dialogo approfondito, durante il quale potrai raccontarmi il motivo della visita. Ti porrò alcune domande per comprendere meglio l’origine del disturbo e il tuo stato di salute generale.

    2. Valutazione ed esame obiettivo
    Ti chiederò di eseguire alcuni movimenti ed effettuerò test specifici per individuare le possibili cause che hanno contribuito alla comparsa dei sintomi.

    3. Trattamento
    Il trattamento prevede l’utilizzo di tecniche manuali scelte in base alle tue esigenze e ai risultati della valutazione. Possono essere impiegate tecniche muscolo-scheletriche, viscerali, fasciali e cranio-sacrali.

    4. Consigli personalizzati
    Al termine della seduta riceverai indicazioni su esercizi e buone abitudini da integrare nella quotidianità, per favorire il benessere e mantenere i risultati nel tempo.

    Prima di procedere con il trattamento, verificherò attentamente che la situazione rientri nelle competenze osteopatiche. Se necessario, ti consiglierò di consultare il tuo medico di base o uno specialista per una valutazione più approfondita.

  • Se hai già effettuato visite mediche o esami strumentali, come radiografie, ecografie o risonanze magnetiche, ti invito a portare con te i relativi referti alla prima visita.

    In questo modo potrò avere una visione più completa della tua situazione e valutare al meglio la tua condizione.

  • Durante il trattamento osteopatico è fondamentale che tu ti senta completamente a tuo agio.

    Ti consiglio di indossare abiti comodi, come pantaloncini e una t-shirt. In alcuni casi, per eseguire determinate tecniche in modo efficace, potrei chiederti — sempre con il tuo consenso — di rimuovere alcuni indumenti e rimanere in abbigliamento intimo.

    È preferibile evitare jeans o capi troppo aderenti, poiché potrebbero limitare i movimenti e rendere più difficoltosa l’esecuzione del trattamento.

  • Il numero di sedute necessarie varia in base alla natura del disturbo e a diversi fattori individuali.
    Le problematiche croniche, presenti da tempo, tendono a richiedere un percorso più lungo rispetto a quelle acute o insorte da poco.

    Al termine della prima visita potrò fornirti una stima abbastanza precisa del numero di trattamenti più indicati per la tua situazione.

    Una volta raggiunto il miglioramento del disturbo principale, consiglio spesso di proseguire con sedute di mantenimento, a cadenza mensile o bimensile. Questi incontri aiutano a consolidare i risultati ottenuti e a prevenire la comparsa di nuovi disagi.

  • Naturalmente sì.

    Nel caso di pazienti minorenni, è richiesta la presenza di un genitore o di un tutore legale durante l’intera seduta.

  • Sì, il trattamento osteopatico è considerato sicuro quando eseguito da un professionista qualificato.
    Le ricerche scientifiche disponibili indicano che l’osteopatia presenta un buon profilo di sicurezza, con assenza di eventi avversi.

    Come per qualsiasi intervento manuale, possono verificarsi lievi reazioni temporanee, come una sensazione di indolenzimento o affaticamento nelle ore successive alla seduta — effetti del tutto normali e di breve durata.

    Anche in ambito pediatrico, la sicurezza della manipolazione osteopatica è stata oggetto di numerosi studi e ricerche scientifiche, che ne hanno confermato il profilo di sicurezza favorevole.
    L’assenza di complicanze maggiori e la buona tollerabilità del trattamento sono state riscontrate anche in contesti clinici particolarmente delicati, come nei neonati prematuri o nei bambini con condizioni di maggiore fragilità.

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